Il modo di recitare Nam-myoho-renge-kyo?

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  1. frenck
     
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    Nichiren, al suo tempo, aveva mai dato istruzioni su in che modo recitare. Ora solitamente si mettono le mani attaccate e a punta (sicuramente avete capito, ma non sapevo come spiegare) e si guarda il Gohonzon e per chi non ce l'ha una parete spoglia di un muro. Ma Nichiren a riguardo cosa aveva detto? e secondo me recitare a occhi chiusi è meglio perchè ti "chiudi dentro di te" invece di guardare un punto del muro che mi crea invece più nervosismo. Voi che ne pensate a riguardo?
    In più a volte mi metto a recitare o mentre sono a fare la doccia o anche quando sto facendo qualcosa, cioè senza stare nella posizione e nel modo adeguato. E' sbagliato? Che cambia?
     
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  2. makeda_1
     
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    Allora frenck, mettersi seduti o in ginocchio o nella posizione del loto o mezzo loto è una cosa che devi scegliere tu, l' importante è avere la schiena dritta. Le mani giunte(con il juzu tra le mani)hanno un significato ben profondo poichè esprimono la nostra devozione al Gohonzon. Tenere gli occhi chiusi non è corretto nel buddismo del Daishonin poichè profondamente significa non voler vedere la realtà. Noi non ci dobbiamo chiudere dentro di noi ma invero dobbiamo aprire la nostra vita. La recitazione di daimoku non è una forma di meditazione classica e non è un mantra. Se ti capita di recitare mentre fai altre cose non è un problema ma non farla diventare un abitudine al posto della recitazione concentrata stando fermi e sopratutto non recitare mai se stai guidando la macchina o il motore perchè ti potrebbe distrarre e potresti provocare un incidente. Nel buddismo i "secondo me" vanno concepiti con il contagocce. Se non ti alleni a tenere gli occhi aperti anche quando avrai il Gohonzon (se così decidi) tenderai a tenerli chiusi. Questi sono consigli che sorgono da decenni di esperienza fatta da tante persone. A volte per iniziare a concentrarsi può capitare di chiudere gli occhi per un pò ma soltanto per un pò. Ciao e buona giornata
     
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  3. frenck
     
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    Da come l'hai spiegata te, sembra che se mi metto a recitare ad occhi chiusi è sbagliato e quindi posso fare peggio che meglio. Alla fine l'importante è recitare! Sono d'accordo con te sul fatto che recitare mentre per esempio si sta in macchina è sbagliato, perchè non ci concentra sulla strada, ma non sono d'accordo che appunto se recito ad occhi chiusi è una cosa scorretta nel Buddismo. Questo mi sembra un pò dottrinario. Comunque a volte recito con le mani come le metteva Shakyamuni e mi dà forse più tranquillità che mettere le mani giunte. E poi volevo sapere: cosa è lo juzu, a che serve?
     
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  4. makeda_1
     
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    Tu puoi pure non essere d'accordo, ma il buddismo di Nichiren Daishonin è questo. Ti ho pure spiegato perchè. Il Juzu è una sorta di rosario buddista e nel buddismo di Nichiren Daishonin simboleggia la vita dell' essere vivente infinita. Tenere il juzu fra le mani giunte simboleggia il prendere pieno "possesso e cura" di sè stessi. Sottolineo che non è una esclusività del buddismo di Nichiren Daishonin ma lo ritrovi seppur con delle differenze legate appunto alla dottrina di base in tutte le tradizioni. La dottrina mio caro è fondamentale per sviluppare correttamente la fede altrimenti diventa tutto un impasto in cui ognuno mette le sue idee personali ed il buddismo di Nichiren va a farsi benedire.......
     
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  5. frenck
     
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    Avrai ragione, ma io facevo solo per sapere...
     
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  6. leo165
     
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    posso aggiungere che a mente du un gosho (ora non mi ricodo però quale, mi dispiace) il Daishonin dice di recitare "aspirando al picco dell'acquila e con tutto il cuore. Alcune delle guide della soka sottolineano anche l'importanza dell'atteggiamento, dell'intenzione del recitante. Non bisogna ovviamente assolutamente recitare pensando avidamente ai benefici o ansiosamente ai propri problemi. Questi ci portano a recitare, ma durante la recitazione bisognerebbe accantonarli e cercare di dedicarsi al daimoku, coscienti che recitare daimoku equivale a manifestare di per se la propria natura di buddha. Il daishonin stesso ammonisce contro una pratica rivolta solo alla ricerca di fama e fortuna. Bisogna inoltre ricordare anche che la pratica per gli altri, un atteggiamento egoista nella recitazione non aiuta. Ricordiamoci che recitare ha il potere di cambiare il livello vitale anche dell'ambiente e degli altri (esho funi). Bisogna poi evitare l'atteggiamento di cercare un quaqlcosa fuori di se (come "pregare " qualcuno o qualcosa per qualcosa) , perchè il buddha è in noi, noi soli possiamo attivare il nostro potere, cambiare il nostro livello vitale e quindi infine innescare meccanismi karnmici positivi e attenuare il karma negativo.
    Sulla posizione, Toda diceva che si può anche sedere su una sedia, non è necessario assumere la posizione del mezzo loto o altre posizioni. La schiena dritta o la sedia ergonomica è una naturale norma igienica. A mente di quello che dicevano i responsabili soka, i polpastrelli devono toccarsi, in quanto le mani con i polpastrelli che si toccano simboleggia il mutuo possesso dei dieci mondi.
    Se si recita correttamente, dopo un pò si prova una sensazione di leggerezza, di energia , o di luminosità, è difficile da spiegare esattamente. Una recitazione con un intento sbagliato, crea pesantezza, noia, poca energia. In questo caso, bisogna correggere l'atteggiamento di recitazione con lo studio delle guide, dei gosho, o chiedendo a chi è più anziano nella fede e ha avuto dei benefici (la prova concreta).
     
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  7. Calliope Aisha Cassandra
     
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    Scusate, ma sta passando il messaggio che il buddismo di Nichiren è un dogma... sbaglio o i dogma erano solo piccoli veicoli per raggiungere il grande veicolo e la cosa essenziale è arrivare al cuore?
    Io non ho il Dai Gohonzon, quando recito a casa a causa dei miei problemini di salute di cui parlo in un altro post sono costretta a volte a chiudere gli occhi onde evitare di svenire sul tappeto ma quando mi sono trovata allo zadankai e ho recitato davanti al Dai Gohonzon questo bisogno di chiudere gli occhi non l'ho sentito assolutamente.
    Riguardo alla posizione ritengo che rimanendo all'interno dei consigli del Daishonin la scelta della posizione sia cosa estremamente soggettiva e di non poco conto. Se per frenck è importante assumere la posizione del loto o del mezzo loto e tenere anche le mani nella posizione del loto non credo che Nichiren abbia qualcosa in contrario, la comprensione profonda delle dieci dita unite e della punta delle mani che si volge verso l'universo per incanalare l'energia dall'universo e verso l'universo può essere un passaggio successivo e se non è sentito può essere vissuto come un'imposizione o una bacchettata sulle dita (un po' come in chiesa quando il prete dice che per pregare bisogna dire così e fare così) e per esperienza personale può portare a una forma di ostilità nei confronti della pratica. Come si dice spesso il buddismo è COMPRENSIONE, studio e approfondimento e tutti e tre questi concetti hanno degli stadi e dei livelli.
    Io sono partita dal tenere la posizione del loto con le mani nella posizione del loto poi mi è stato detto che quel che facevo era inutile e mi sono sentita molto male per questo commento, per ME non era inutile, una volta passato lo scoglio "il prof ha detto..." ho ripreso ad assumere la posizione del loto per capire poi da sola col tempo che in quella posizione il mio corpo soffriva e aveva bisogno di sentirsi più libero (animo e corpo una cosa sola, col liberarsi della buddità il corpo di buddha modifica le proprie esigenze), così sono passata alla sedia con le mani in posizione di loto che ora mi danno una sensazione di isolamento e senza imposizioni o bacchettate sulle dita sono passata a recitare con le dita unite e la punta delle mani rivolta verso l'universo.
    Una cosa che mi fu insegnata dal mio professore di filosofia alle superiori e che ritengo molto importante è di non accettare mai e in nessun modo consigli ma di accogliere sempre a mente aperta le buone idee. (il concetto si basa sul presupposto che il consiglio è un tentativo da parte di altri di avere controllo sulla nostra vita).

    @ Leo165: credo che da qualche parte quella sensazione di leggerezza e luminosità la chiamino buddità XD (piacere di conoscerti)
     
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  8. frenck
     
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    Grazie, ora la questione mi è più chiara...il Buddismo si differenzia anche dalle altre religioni proprio per il fatto che non è un dogma chiuso e autoritario e questa cosa mi piace particolarmente e spero che non cambi.
     
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  9. makeda_1
     
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    Il buddismo del Daishonin non è mai dogmatico e mai lo sarà. Il sedersi naturalmente deve essere il più comodo possibile e nel buddismo giapponese in generale è previsto l' uso del Juzu (sorta di rosario buddista) che si tiene tra le mani. Ne deriva che la posizione delle mani è quella a palmi giunti. Questa modalità ha una sua motivazione e cioè: il Juzu rappresenta la nostra vita infinita e tenere tra le mani questo juzu significa essere padroni della propria vita con grande rispetto. Stare con la schiena dritta ha anch' esso una motivazione profonda....innanzitutto favorisce la respirazione e inoltre conferisce e rappresenta la nostra dignità e determinazione. Se poi si vuol sedere a terra con le gambe incrociate o in mezzo loto o sulle gambe in ginocchio questo è personale, dipende dalla comodità. E' chiaro che queste cose vanno spiegate correttamente ma non imposte. Ricordo ad esempio che all' inizio della pratica facevo gongyo mattina in pigiama o d' estate in mutande e a torso nudo e mi fu detto che non andava bene spiegandomi il perchè, ciononostante io continuai a fare come facevo finchè mi resi conto che se mi si fosse presentato Nichiren Daishonin non lo avrei certo accolto in mutande, cioè mi sono reso conto che anche l' aspetto (uno dei 10 fattori) è importante per rendere la pratica efficace. In realtà da quel momento la qualità della mia pratica migliorò notevolmente. Non sono d' accordo sul fatto che il consiglio è un tentativo di avere controllo sulla vita altrui. Il consiglio va accolto, verificato e poi messo in pratica o no. Studiare il Gosho ci consente di capire se un consiglio (sulla fede beninteso) è valido oppure no, ma scartarlo a priori.......d'altra parte, sempre parlando di come sviluppare la fede, i consigli di chi ha fatto parecchia esperienza sono fondamentali e in ogni caso dovrebbero servirci per approfondire la nostra pratica. Io personalmente ne ho ricevuti parecchi e mio malgrado ne do talvolta...semmai l' importante è scegliere una persona o massimo due con cui poter dialogare profondamente e se necessita farsi consigliare (sulla fede) da questa/e persone. Non va bene chiedere consigli sulla fede a tutti quelli che ci capitano a tiro......questo si!!Bye
     
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  10. Calliope Aisha Cassandra
     
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    il mio chiarimento sul termine consiglio era volto a considerare quelle dei buddisti esperti "buone idee" nate dall'esperienza. Leggendole come buone idee è più facile per caratteri riottosi e rivoltosi come me e frenck accettare a mente più che aperta :_arf2:
     
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  11. frenck
     
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    Scusa a me non Makeda il fatto di come siamo vestiti quando si fa daimoku. Allora si che diventa un dogma. Chi se ne importa di come uno è vestito, scusa???? L'importante è come siamo dentro. Allora tutte quelle persone che sfortunatamente sono povere e forse hanno stracci come vestiti, non possono recitare il daimoku, perchè se non c'è rispetto nel Gohonzon. Scusa ma a me questo fatto non torna affatto! Spero che ti sei espresso male te!
     
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  12. Calliope Aisha Cassandra
     
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    Hai frainteso, frenck, intendeva vestirsi decentemente in base ai propri mezzi. :D
     
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  13. leo165
     
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    Ricordo un gosho in cui il Daishonin dice che "se uomo e donna recitano daimoku durante il rapporto sessuale raggiungono l'illuminazione" (scusate se non è riportato letteralmente).
    Sembrerebbe dunque che alla fine certi dettagli (vestito, etc) siano secondari.
    A mio insignificante parere, quello che veramente conta è l'atteggiamento: da questo parte tutto. Se una persona si sente "bacchettata", questo non è certo indice di una pratica felice, credo che faccia bene a cercare una posizione comoda in modo che la sua recitazione avvenga naturalmente e con profitto. Allo stesso modo, la ricerca di un atteggiamento curato nei dettagli e nelle forme può essere di stimolo a coloro che cercano di esaltare, per la loro necessità di pratica, l'aspetto cerimoniale del daimoku (quando si recita daimoku, si partecipa dopotutto alla cerimonia dell'aria).
    E' la nostra mente che da potere agli oggetti, non gli oggetti che hanno potere su di noi.. altrimenti che buddhismo sarebbe?
    Mi sembra che chi ha iniziato il post cercasse comunque delle guide "pratiche" su come recitare daimoku. Ho trovato alcune guide della Soka e anche una guida di Nichiko Shonin (patriarca della Nichiren Shoshu prima dell'attuale). Pubblico alcuni estratti di queste guide sperando che siano utili a chi ha posto la domanda iniziale e a tutti coloro che sono agli inizi della pratica.
    Calliope il piacere è reciproco.
    Da una guida dell'(allora) vicepresidente TSUJI:
    "E' molto importante, tutte le mattine, recitare per manifestare la buddità. Se non capiamo questo, sprechiamo tempo nel recitare per quello che vogliamo"
    Da una guida di Ikeda:
    "Il nostro atteggiamento deve essere quello di offrire il nostro daimoku all'essenza della nostra vita e la sincerità di questa offerta ci tornerà come un eco durante la giornata, come un alone di vibrazioni positive che ci proteggono contro le influenze negative dell'ambiente. Se durante la pratica davanti al Gohonzon incessantemente chiediamo questa o quella cosa, la retribuzione di questo atteggiamento sarà di proiettare questa avidità sul nostro ambiente"
    Dalla guida del patriarca Nichiko Shonin:
    "Quando si recita Daimoku, si deve pensare a nessun altra cosa se non al Gohonzon che è dabvanti a noi. Se ci vengono dei pensieri, questi devono passare nella mente come nuvole estive sospinte dalla brezza. non sid eve partecipare emotivamente, durante il Daimoku, com nessun pensiero.
    Ogni desiderio di ottenere qualcosa, per quanto grande ed importante sia, deve essere allontanato dalla mente come s enon esistesse più.Ci deve essere solo totale abbandono al Gohonzon, qualsiasi scopo ci siamo prefissati.
    La voce non deve essere troppo alta o troppo bassa e non deve assumere un timbro falso.La parola nammyohorengekyo deve essere scandita chiaramente. Non si deve praticare nè troppo poco nè troppo a lungo. La pratica non deve diventare nè nevrotica nè stressante.
    E' bene scegliere la posizione più comoda per noi onde non essere distratti dal movimenti o dall'intorpidimento degli arti.
    Se la pratica è veramente ben fatta, a poco a poco mentre recitiamo dobbiamo sentire un senso di leggerezza e di serenità e un leggero brivido serpeggiare lungo la colonmna vertebrale.
    Un'ultima istruzione è quella di praticare non solo con grande volontà , ma anche e soprattutto con il cuore"
     
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  14. makeda_1
     
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    CITAZIONE (frenck @ 31/1/2011, 18:57) 
    Scusa a me non Makeda il fatto di come siamo vestiti quando si fa daimoku. Allora si che diventa un dogma. Chi se ne importa di come uno è vestito, scusa???? L'importante è come siamo dentro. Allora tutte quelle persone che sfortunatamente sono povere e forse hanno stracci come vestiti, non possono recitare il daimoku, perchè se non c'è rispetto nel Gohonzon. Scusa ma a me questo fatto non torna affatto! Spero che ti sei espresso male te!

    Ciao frenck, non mi sono espresso male sei tu che hai frainteso. Io ho esposto la MIA esperienza su questo particolare e come avevo prima scritto, ho rifiutato il consiglio datomi per un bel po di tempo...in seguito ho compreso cosa significasse etc...etc...appunto perchè non è un dogma. Quel che voglio dire e lo risottolineo è che non bisogna prendere i consigli per dogmi, ma come stimoli per migliorare e fare esperienze. Chi ti da un consiglio lo fa con il cuore e perchè ha fatto un' esperienza, e ammesso che cosi non sia può comunque diventare una NOSTRA esperienza.
    Anche questo è un consiglio....libero di farne ciò che vuoi.....
     
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  15. leo165
     
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    sempre nel tema di istruzioni o consigli su come praticare, eccone direttamente dal Daishonin :)
    Gosho, Il raggiungimento della biddhità in questa esistenza, vol. iv Gli scritti di N D.
    Tutto il gosho è una grande guida... riporto solo alcuni stralci: "anche se reciti e credi in Myohorengekyo , se pensi che la legge sia al difuori di te, stai abbracciando non la legge mistica ma qualche insegnamento imperfetto"- "quando invochi la legge mistica e reciti il sutra del loto, devi raccogliere la profonda fede che myohornegkekyo è la tua vita stessa"
    "E' chiamata legge mistica perchè spiega la relazione di mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni (...)La relazione di mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni significa che la vita in ogni istante abbraccia sia il corpo che lo spirito, sia l'io e l'ambiente di tutti gli essere senzienti in ognuno dei dieci mondi e dei tremila mondi, come pure gli essere insenzienti (...). La vita in ogni stante permea l'universo ed è rivelata in tutti i fenomeni.Chi si risveglia a questa verità materializza egli stesso questa relazione"-
    "La padronanza degli insegnamenti buddhisti non ti solleverà affatto dalle sofferenze mortali fino a che non percepirai la natura della tua stessa vita. Se ce4rchi l'illuminazione fuori di te, qualsiasi disciplina o buona azione sarà priva di significato"
    "Finchè non percepisic la natura della tua vita la tua pratica sarà una infinita e dolorosa austerità"
    "sia che tu invochi il nome del buddha , che reciti il sutra o che semplicemente offri fiori e incenso, tutte le tue azioni virtuose constituiranno la causa per i benefici e pe rla fortuna nella tua vita."
    "Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall'oscurità innatan della vita è come uno specchio appannato, che però una volta lucidato diverrà chiaro e rifletterà l'illuminazione alla verità immutabile."
    "la meraviglia di questa legge è esemplificato da renge, il fiore di loto. Una volta compreso che la tua vita stessa è la legge mistica , comprenderai che lo è anche la vita di tutti gli altri. tale comprensione è il mistico kyo, o sutra."
     
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18 replies since 11/11/2010, 20:32   28971 views
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